San Francisco e New York hanno dichiarato lo stato di emergenza sanitaria a causa del vaiolo delle scimmie e avviato la campagna vaccinale.
Continuano ad aumentare i casi di vaiolo delle scimmie nel mondo. Sono circa 21mila le infezioni registrate da maggio ad oggi. Per fronteggiare la nuova epidemia, San Francisco e New York hanno dichiarato lo stato d’emergenza sanitaria e hanno fatto partire la campagna vaccinale. Nelle due metropoli si concentra la metà dei quasi 5mila casi americani. A riportarlo è la Cnn.
Vaiolo delle scimmie, stato di emergenza a New York
Dopo San Francisco, anche New York ha dichiarato il vaiolo delle scimmie emergenza di salute pubblica. Qui si concentrano, infatti, la maggior parte dei casi di tutti gli Stati Uniti (circa 1.345) e, secondo il sindaco della città Eric Adams, sono 150.000 le persone a rischio contagio.
“Questo focolaio deve essere affrontato con urgenza, azione e risorse, sia a livello nazionale che globale, e questa dichiarazione di emergenza sanitaria riflette la gravità del momento”, recita una dichiarazione congiunta del sindaco Eric Adams e del dottor Ashwin Vasan, commissario del dipartimento di salute e igiene mentale di New York, diffusa due giorni fa quando lo Stato di New York ha dichiarato l’allerta.
Dopo quello di New York, la California è il secondo stato più colpito negli Usa, con oltre 700 casi.
La campagna vaccinale
Per far fronte all’emergenza, gli Stati Uniti hanno acquistato frettolosamente 800mila dosi di vaccino e avviato la campagna vaccinale. La Commissione Europea, invece, ne ha acquistate 600mila.
Tuttavia, secondo il direttore dell’Organizzazione mondiale della Salute, Tedros Adhanom Ghebreyesus, non bastano; ne servirebbero fra i 5 e i 10 milioni di dosi per proteggere le persone a rischio. Queste ultime, ha spiegato il direttore, “si concentrano al momento fra uomini che hanno rapporti sessuali con uomini, specialmente con partner multipli”. Secondo i calcoli dell’Oms, infatti, il 99% dei contagi riguarda maschi e il 98% sono uomini che hanno rapporti con altri uomini.
Il virus, ricorda l’Oms, si trasmette attraverso contatti stretti, nel 95% dei casi nei rapporti sessuali, soprattutto attraverso le vescicole infette della pelle le quali, essendo distribuite in varie zone del corpo, non sono coperte dal preservativo, che, dunque non basta a proteggere dal contagio.
Intanto, oltre agli Stati Uniti, anche altri Paesi come Gran Bretagna e Francia hanno iniziato a somministrare il vaccino alle categorie più esposte, compresi gli operatori sanitari che assistono i pazienti.
Per quanto riguarda il nostro Paese, ancora non è stata avviata una strategia vaccinale e Arcigay “sollecita il Ministero della Salute” a procedere in questa direzione. Il vaccino in Italia, come ricorda Silvia Nozza, infettivologa del San Raffaele di Milano, “è stato autorizzato la scorsa settimana”. Nonostante la Commissione Europea ci abbia consegnato le prime 5.200 dosi, però, “non sono ancora state distribuite” e “mancano le indicazioni su chi può riceverlo e chi deve somministrarlo”, ha riferito la dottoressa Nozza.
Al momento l’unico vaccino utilizzabile su larga scala contro il vaiolo umano, ma efficace anche contro quello delle scimmie (all’’85%), è quello prodotto dalla ditta danese Bavarian Nordic, che ha avviato di corsa due nuove linee di produzione.
Il vaiolo delle scimmie cambia nome
Oltre a dichiarare lo stato di emergenza, la città di New York ha inviato una lettera all’Organizzazione mondiale della Sanità per chiedere di cambiare nome alla malattia al fine di evitare stigmatizzazione e discriminazione contro chi la contrae.
Il direttore dell’Oms, Ghebreyesus, ha dichiarato che l’Agenzia delle Nazioni Unite specializzata per le questioni sanitarie sta pensando di cambiare nome alla malattia, che tra l’altro con le scimmie non ha nulla a che fare. “Lo stigma è pericoloso come un virus”, ha dichiarato.
fonte immagine: https://pixabay.com/it/illustrations/vaiolo-delle-scimmie-7217593/
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