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Apnea notturna, cos’è e quali sono i possibili rischi?

Uno dei disturbi del sonno più comuni è l’apnea notturna. Vediamo insieme di cosa si tratta, quali sono le cause e i possibili rischi e rimedi.

L’apnea notturna è un disturbo molto comune che può essere anche molto grave. Vediamo insieme come si manifesta, quali sono i possibili rischi e come curarla.

Che cos’è l’apnea notturna?

L’apnea notturna è una condizione medica che si manifesta durante il sonno come conseguenza acuta del russamento. È caratterizzata da interruzioni nella respirazione dovute all’ostruzione, totale o parziale, delle vie aeree superiori.

Si tratta di una patologia cronica che compromette la qualità del sonno, e quindi modifica i ritmi della persona che ne è affetta, e ha ripercussioni su molti aspetti della vita.

I sintomi e le cause

Coloro che soffrono di apnea notturna hanno difficoltà cognitive (scarsa concentrazione e memoria), problemi a riposare correttamente, russamento notturno, sudorazione notturna, risvegli improvvisi con sensazione di soffocamento, risvegli per urinare continui, bocca secca e mal di testa al mattino, irritabilità e disturbi dell’umore. Un sintomo da non trascurare, anche se le apnee sono scarse, è la sonnolenza diurna perché è segno di scarsa ossigenazione e di frequenti “risvegli” (arousal) durante il sonno. Quest’ultimo risulta frammentato e non ben strutturato. Anche la difficoltà a rimanere svegli la sera, davanti alla televisione, può essere sintomo che la notte non si riposa bene a causa dell’apnea.

L’apnea notturna può verificarsi anche nei bambini. In questo caso i sintomi possono includere:

  • respirazione con la bocca durante il giorno e difficoltà di deglutizione;
  • enuresi notturna;
  • disturbi dell’apprendimento e del comportamento (deficit di attenzione, iperattività).

La causa principale del disturbo è da ricercarsi in un problema delle vie respiratorie. Quando si è svegli il processo di respirazione è aiutato dalla muscolatura, mentre quando si dorme i muscoli si rilassano, spingendo le vie aeree ad essere ridotte e a far entrare meno aria.

Le difficoltà respiratorie si manifestano quando i muscoli si rilassano troppo, le tonsille sono troppo grandi, se si soffre di sovrappeso, se si ha una struttura ossea particolare, e se ci sono altri impedimenti.

Chi colpisce l’apnea notturna

L’apnea notturna è un disturbo che riguarda soprattutto persone in età avanzata, in sovrappeso o obese, con familiarità e con problemi alle vie respiratorie. La maggior parte dei pazienti con questo problema presenta anche ipertensione e può andare incontro a ictus e insufficienza cardiaca. A questi si aggiungono anche fattori di tipo costituzionale come un collo taurino, vie aeree ristrette, una mandibola di piccole dimensioni o retroposta, tonsille, adenoidi e lingua di grandi dimensioni, familiarità.

Questo disturbo interessa più frequentemente gli uomini delle donne e nelle donne è più frequente dopo la menopausa.

Diagnosi e cura

Per capire se si soffre di apnea notturna e dunque avere una diagnosi certa bisogna rivolgersi ad uno specialista perché il russamento potrebbe non essere un sintomo di apnea notturna, bensì legato ad altri problemi quali ostruzioni delle vie respiratorie, setto nasale deviato, problemi di postura durante la notte o eccessivo uso di alcol. Pertanto, solo con una visita medica è possibile stabilire se si è affetti da questo disturbo e capire come trattarlo.

La sindrome da apnea notturna ostruttiva (OSAS) deve essere curata quando il numero delle apnee (di almeno 10 secondi) è superiore a 5; al di sotto di questo valore possono essere considerate fisiologiche.

La diagnosi viene effettuata tramite polisonnografia, spesso eseguita anche a domicilio. Si tratta di un esame non invasivo che analizza e monitora la funzione dell’apparato respiratorio durante una sessione di sonno.

Questo esame aiuta lo specialista a capire quanti episodi di apnee notturne vengono registrati e con che frequenza si manifestano. Sulla base del referto verrà poi fornito un trattamento personalizzato che andrà ad agire in maniera mirata sulle cause che hanno scatenato la patologia.

Esistono varie terapie da eseguire da quella farmacologica alla chirurgica; tutto dipende da ciò che causa il fenomeno. In molti casi la terapia consiste nel dormire con un CPAP (Continous Positive Air Pressare), uno strumento che facilita la respirazione e permette ai muscoli di non ostruire il passaggio dell’aria. Si tratta di applicare una mascherina a livello nasale, collegata ad un apparecchietto che insuffla aria. Dopo alcuni mesi, si può rivalutare il quadro e passare a sistemi più dissimulabili.

Anche gli odontoiatri hanno un ruolo importante nella cura di questo disturbo perché possono intervenire con dispositivi di avanzamento mandibolare, che hanno il vantaggio di andare ad ampliare lo spazio tra le pareti della gola.

Se necessario, può essere consigliato anche un calo ponderale, di aiuto per migliorare il quadro clinico a aumentare le possibilità di successo dei sistemi alternativi alla CPAP.

Infine, lo specialista può anche valutare un intervento chirurgico per restituire la giusta stabilità alle prime vie aeree. Il chirurgo va ad intervenire nei punti di maggior ristrettezza. Potranno essere operati il naso, il palato molle, la base della lingua, la mandibola, le tonsille, le adenoidi, ecc. con metodiche più o meno complesse.

Prevenire l’apnea notturna

Ad ogni modo, l’apnea notturna è una condizione che si può prevenire seguendo consigli dietologici, igienici (es: non fumare e non bere alcool) e farmacologici.

Innanzitutto occorre dimagrire se si è sovrappeso oppure obesi. In secondo luogo, bisogna smettere di fumare e eliminare l’alcool e i farmaci con effetto sedativo (es. antistaminici presi per altre problematiche).

Si consiglia poi di mangiare in modo sano e fare attività fisica costante, anche moderata.

Infine, bisogna evitare di dormire supini (sulla schiena).

[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/addormentato-assonnato-uomo-5500058/]

 

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