Da qualche mese è nata l’App ItaliaTiAscolto, che aiuta gratuitamente le persone stanno subendo disagi psicologici a causa della pandemia di Covid-19.
ItaliaTiAscolto è l’App pensata per aiutare chiunque stia vivendo un momento di forte stress emotivo e mentale, causata dall’emergenza Covid-19. L’applicazione è scaricabile su smartphone ed è nata comeaiuto concreto e gratuito per tutti coloro che sono in difficoltà
La dichiarazione
Emanuele Preti, coordinatore del progetto e professore di Psicologia clinica all’Università Bicocca, ha dichiarato in una intervista ad HuffPost, che “non si tratta di un trattamento clinico, ma di una prima accoglienza gratuita per chi presenta un disagio e necessita di uno spazio d’ascolto in questo momento difficile, aggravato dal distanziamento sociale. È complicato maturare da soli la consapevolezza di avere bisogno di uno specialista: il nostro strumento può servire anche per indirizzare le persone ai servizi presenti sul territorio in un secondo momento”.
Come funziona l’App ItaliaTiAscolto
ItaliaTiAscolto è stata ideata dal centro di ricerca del dipartimento di Psicologia Bicapp dell’Università Milano-Bicocca,con l’aiuto della società iMoobyte, e propone agli utenti incontri gratuiti della durata di un’ora, disponibili in diverse fasce orarie e giorni della settimana. Nell’App è possibile consultare il calendario delle disponibilità e selezionare l’appuntamento in base alle proprie esigenze. Inoltre, è possibile prendere parte a diversi incontri dedicati a diversi aspetti, come per chi ha perso un familiare o chi è in difficoltà lavorative.
I sintomi più diffusi
Preti ha parlato anche di quali possono essere i sintomi più diffusi: “Ansia, apprensione, insonnia, paura del contagio ma anche rabbia: sono solo alcune delle condizioni di malessere psicologico che possono presentarsi. A rivolgersi al servizio ci sono tantissimi giovani sotto i quarant’anni, che spesso presentano preoccupazioni legate al lavoro e alla situazione economica”. Tra i giovani emerge anche senso di colpa “legato al timore di essere veicolo di contagio per i propri cari o per le persone più fragili con cui si è in contatto”.
L’impatto sul personale sanitario
Molto significativo è il dato sul personale sanitario, il quale potrebbe subire uno shock simile a quello dei soldati ritornati dal fronte. “Per quanto riguarda gli operatori sanitari, che si trovano nella ‘trincea’ di reparti e pronto soccorso, gli esiti post-traumatici – continua Petri – sono ancora più evidenti e frequenti. Gli effetti possono essere anche a medio-lungo termine, causando strascichi psicologici importanti. I dati che abbiamo a disposizione ci portano a pensare che le ripercussioni continueranno a farsi sentire anche quando l’emergenza sarà finita. È importante giocare di anticipo, individuando e affrontando il disagio il prima possibile”.
La raccolta fondi
Il progetto è partito da qualche mese grazie al supporto dell’Ordine degli psicologi della Lombardia e della Fondazione di Comunità Milano che è intervenuta con il fondo #MilanoAiuta. L’iniziativa è interamente gratuita, ma necessita di fondi perché possa proseguire. Per questo motivo è stata promossa una raccolta fondi per continuare a retribuire gli specialisti coinvolti nel progetto, senza gravare sull’utenza pubblica.
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FONTE IMMAGINE: https://pixabay.com/it/photos/smartphone-faccia-donna-ragazza-1618909/