Tra i regimi alimentari più seguiti negli Usa, la dieta Scarsdale si presenta come “miracolosa”, in quanto promette di far perdere fino a 10 kg in due settimane. Tuttavia, come tutte le diete drastiche, può avere controindicazioni. Scopriamo di più.
Dieta Scarsdale: le origini
La dieta Scarsdale è una dieta low-carb, ossia a basso contenuto di carboidrati, ideata sul finire degli anni Settanta dal cardiologo Herman Tarnower di Scarsdale, un comune degli Stati Uniti da cui ha preso il nome questo regime alimentare.
Il medico americano decise di formulare questo modello alimentare per aiutare i suoi pazienti obesi e cardiopatici a perdere peso in fretta. Questa dieta consente infatti di perdere fino a 10 kg in due settimane e ancora oggi è una delle diete più seguite negli USA. Sull’argomento, Tarnower ha pubblicato anche un libro, divenuto poi un bestseller, intitolato appunto “La dieta Scarsdale”, scritto con Samm Sinclair Bake.
Vediamo insieme in cosa consiste questa dieta.
In cosa consiste la dieta Scarsdale?
Trattandosi di una dieta low-carb, la dieta Scarsdale consiste nel ridurre l’assunzione dei carboidrati a favore di un maggior consumo di proteine. Si tratta di una dieta ipocalorica (800-1000 calorie al giorno). Essendo prevalentemente proteica, però, non può essere seguita per un lungo periodo di tempo. A lungo andare, infatti, una maggiore assunzione di proteine potrebbe causare danni a fegato e reni. Pertanto è consigliabile seguire questo tipo di dieta per un periodo massimo di due settimane, terminate le due quali è necessario – al fine di non riprendere il peso perso – attenersi, per altre due settimane, ad una dieta di mantenimento, che prevede però un maggiore apporto di carboidrati e grassi. Concluse le quattro settimane di dieta, se vi fosse bisogno di perdere ancora qualche chilo, si potrà ricominciare con il ciclo di dieta Scarsdale, che non deve tuttavia necessariamente durare 14 giorni; può essere sufficiente anche una settimana.
Schema e regole
Come tutte le diete, anche quella Scarsdale prevede uno schema e delle regole da seguire. Il programma si suddivide in due fasi. La prima, della durata di due settimane, è la più rigida; segue la seguente formula: 43 per cento di proteine, 22,5 per cento di grassi e 34,5 per cento di carboidrati.
Sono consentiti solo tre pasti al giorno: colazione, pranzo e cena. Al mattino lo schema Scarsdale prevede il consumo di caffè o tè e agrumi. A pranzo e a cena vanno privilegiate le proteine, riducendo quanto più è possibile i grassi; dunque sì alla carne, rossa o bianca che sia, ma va tolto il grasso. Bisogna inoltre evitare di condire troppo i cibi, preferendo, all’uso di olio, burro, margarina e simili, i seguenti condimenti: limone, aceto, pepe, spezie e salsa di soia.
Gli spuntini tra un pasto e l’altro sono permessi soltanto in casi particolari, tipo attacchi di fame improvvisi, ma devono essere solo a base di alimenti poco calorici, tipo carote, cetroli e sedano. In sostituzione degli spuntini è previsto il consumo di tisane capaci di tenere sotto controllo la fame.
Sono poi da evitare bevande alcoliche o zuccherate. Banditi gli zuccheri, compreso il miele, ai quali vanno preferiti i dolcificanti (o edulcoranti) a basso contenuto calorico.
E’ concesso mangiare frutta fresca, ma non quella eccessivamente dolce, e bere succhi di frutta. Sì anche alla frutta secca, ma in basse quantità. Va invece evitato il consumo di latte e carboidrati, quali pane, pasta, cereali e legumi.
Questa dieta non consente infatti il consumo di mais, lenticchie, fagioli, piselli e patate.
Sì al pesce (esclusi salmone, anguilla e sgombro, crostacei e molluschi), alle uova (tre volte a settimana), ai formaggi freschi e semi-stagionati, e alla verdura in quantità illimitate.
Al fine di eliminare le scorie azotate, provenienti dalla metabolizzazione delle proteine, che potrebbero diventare tossiche per l’organismo, è poi consigliato aumentare il consumo di liquidi. Bisogna bere almeno due litri di acqua al giorno.
Durante la seconda fase della dieta, quella di mantenimento, è prevista una maggiore scelta alimentare. Viene concesso infatti il consumo di carboidrati complessi, quali pane (due fette al giorno, preferibilmente integrale), pasta e riso (anche questi integrali). E’ poi possibile bere latte scremato, assumere alcol in quantità minime e usare condimenti a basso contenuto di zuccheri.
Restano comunque vietati dolci, grassi e legumi.
Pro e contro della dieta Scarsdale
Questa dieta è molto gettonata perché consente di dimagrire rapidamente; promette di far perdere 500 grammi al giorno. Se seguita alla lettera, effettivamente i risultati possono essere sorprendenti. Inoltre, propone una grande varietà di cibi per venire incontro ai gusti di tutti.
Tuttavia, questo modello alimentare presenta alcuni limiti.
Innanzitutto, come detto, trattandosi di una dieta proteica, se seguita per più di due settimane, può danneggiare l’organismo, a causa delle scorie che produce. Pertanto, non bisogna andare oltre e, soprattutto, bisogna chiedere sempre il parere medico.
Dato il basso apporto calorico, quindi energetico, che questo regime alimentare impone, è inoltre sconsigliata un’intensa attività fisica, che prevede un grande dispendio energetico. Questa potrebbe infatti comportare cali glicemici e malori. E’ preferibile, dunque, limitarsi a una passeggiata di 30 minuti o al potenziamento muscolare.
Inoltre, questa dieta include il consumo di pompelmo, che tuttavia interferisce con molti farmaci. Pertanto, se si sta seguendo una terapia farmacologica, è bene chiedere consiglio al proprio medico o al farmacista.
Infine, dato che il calo di peso è basato inizialmente sulla perdita di liquidi, impoverimento delle riserve glucidiche e riduzione delle masse muscolari, è indispensabile, al fine di non riprendere i chili perduti, una seconda fase di dieta, detta di “mantenimento”.
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