Sempre più bambini nel mondo sono obesi. L’obesità infantile può però essere predetta analizzando la composizione dei batteri intestinali.
L’obesità infantile è un fenomeno in costante crescita. Secondo quanto emerso da alcuni dati presentati all’European Congress of Obesity tenuto di recente a Dublino – che confermano quanto già riferito da precedenti studi – la composizione e la quantità dei batteri che popolano l’intestino dei bambini a tre anni e mezzo predicono il peso corporeo e il rischio obesità prima dell’inizio della scuola. Questa scoperta può essere utile per prevenire il fenomeno.
Obesità infantile: i batteri intestinali sono predittivi
È possibile sapere in anticipo se un bambino è a rischio di sviluppare obesità infantile. Come? Basta analizzare la composizione delle sue feci. La tipologia e la quantità dei batteri presenti nell’intestino a tre anni e mezzo di età, infatti, predicono le probabilità di finire in sovrappeso ancora prima di cominciare la scuola. Lo dicono diversi studi e lo confermano alcuni dati presentati all’European Congress of Obesity di recente tenuto a Dublino.
Nei primi mesi e anni di vita si sviluppa la composizione dei batteri che colonizzano l’intestino e ci aiutano a digerire il cibo che mangiamo. Questa composizione cambia. Si possono infatti verificare alterazioni significative del normale equilibrio della flora batterica. Questi cambiamenti vengono associati a un rischio aumentato di sviluppare, con l’età, malattie intestinali o metaboliche, come la sindrome da intestino irritabile, il diabete di tipo 1 o appunto l’obesità infantile.
Per mantenere un microbiota sano è dunque molto importante che fin da piccoli si segua un’alimentazione sana. Tuttavia, sulle alterazioni del microbiota influiscono anche altri fattori quali il tipo di parto e di allattamento, la quantità di movimento, la salute intestinale e l’assunzione di eventuali farmaci.
Lo studio
Un team di ricercatori dell’Institut national de la santé et de la recherche médicale (Inserm) francese, in collaborazione con l’Université Paris Cité e Université Sorbonne Paris Nord, ha esaminato la composizione dei batteri intestinali di 512 bambini di tre anni e mezzo di età seguiti in due studi nazionali francesi, e ha confrontato questi dati con l’indice di massa corporea (IMC, un indicatore del peso forma) tra i due e i cinque anni di età.
Dal confronto è emersa un’associazione positiva tra l’IMC a cinque anni e la proporzione di due tipi di batteri intestinali noti per essere direttamente connessi al rischio obesità, ovvero Firmicutes e Bacteroidetes. Il rapporto tra Firmicutes e Bacteroidetes all’interno del microbiota intestinale e l’assenza di batteri produttori di acidi grassi a catena corta sono infatti tra i fattori che favoriscono lo sviluppo dell’obesità infantile.
Più è alta la quantità di batteri di tipo Bacteroidetes rispetto ai Firmicutes, e minore sarà la probabilità che il bambino diventi obeso. Viceversa, i bambini in cui sono predominanti i Firmicutes rispetto ai Bacteroidetes, tenderanno ad assorbire una maggiore quantità di calorie e più probabilmente ad acquisire peso.
Inoltre, dallo studio è emerso che la quantità di sei tipi di batteri intestinali presenti a tre anni e mezzo è altamente predittiva dell’indice di massa corporea a cinque anni.
Un’abbondanza di batteri dei gruppi Eubacterium hallii, Fusicatenibacter ed Eubacterium ventriosum è associata a valori più alti di IMC e tendenza all’obesità, mentre una maggior quantità di Eggerthella, Colidextribacter e Ruminococcaceae CAG-352 viene associata a valori minori di IMC.
Diversi studi sono arrivati a queste conclusioni. Bisogna ora capire quando e perché avvengono i cambiamenti che portano alla prevalenza dei batteri più rischiosi, e se, in qualche modo, queste alterazioni si possono prevenire.
fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/ragazzo-mangiare-cioccolato-709943/
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