La campagna contro l’utilizzo dell’olio di palma nei prodotti alimentari è partita ormai da tempo e molti esperti lo definiscono dannoso per la salute. L’olio di palma si trova in molti prodotti alimentari confezionati e la sua caratteristica principale è quella di essere “ricco” di grassi saturi. Questa campagna ha sensibilizzato molte persone nelle scelte dei prodotti alimentari e, per questo motivo, diverse case produttrici hanno iniziato a mettere bene in evidenza sulle loro confezioni la dicitura “senza olio di palma” per dare maggiore tranquillità agli acquirenti.
Perchè i grassi saturi sono pericolosi?
Il medico nutrizionista Andrea Ghiselli, che svolge anche le funzioni di ricercatore del Cra-Nut, ha spiegato che i rischi dell’utilizzo dell’olio di palma sono legati proprio ad un consumo eccessivo di “grassi saturi”. La diffusione capillare dell’olio di palma è avvenuta quando le industrie alimentari hanno cercato un sostituto valido per un altro prodotto di origine vegetale, ovvero la margarina.
A rendere facile questa scelta sono state anche le caratteristiche di buona fragranza che l’olio di palma conferisce a quelli che nel gergo comune sono chiamati “prodotti da forno”. Il consumo eccessivo di prodotti con olio di palma, proprio a causa dei grassi saturi, può causare il rischio di malattie cardiovascolari.
L’OMS, così come l’Istituto Superiore della Sanità ed il ministero della Salute non hanno preso una posizione ufficiale rispetto a questo argomento e quindi per dare una esatta interpretazione al quadro generale è necessario affidarsi a quanto si trova su importanti riviste del settore. Su una di queste, l’American Journal of Clinical Nutrition è stato pubblicato alcuni mesi fa un articolo nel quale si evidenziava, dopo la revisione di 51 precedenti studi, che le diete ricche di olio di palma aumentano la quantità di colesterolo senza però segnalare significative variazioni del LDL, il colesterolo “cattivo”.
La sostituzione dell’olio di palma
Per la sostituzione dell’olio di palma sono stati effettuati una serie di esperimenti; con olio di oliva, di soia o di semi di girasole, ma la sostituzione di un solo componente non ha inciso significativamente sul “profilo lipidico” degli alimenti interessati.
A questo proposito il docente dell’Università di Modena e Reggio Emilia con specializzazione in “scienze tecniche dietetiche applicate”, Massimo Pellegrini, ha dichiarato che è necessario pensare concretamente all’insieme della nostra dieta invece di restringere l’azione ad un solo prodotto. Per un individuo sano, ha continuato il professor Pellegrini, la percentuale di grassi saturi non deve superare il 10% del totale dell’apporto energetico giornaliero.