La diagnosi precoce di malattie come il Parkinson è fondamentale per iniziare tempestivamente una terapia mirata che possa modificare il decorso della malattia. Un aiuto potrebbe arrivare dagli smartwatch, i quali permetterebbero di cogliere i segni precoci della malattia prima del manifestarsi dei sintomi più eclatanti (sonno disturbato, tremori, rigidità muscolare, declino cognitivo). A dirlo è uno studio dell’Università di Cardiff (Regno Unito) pubblicato su Nature Medicine.
Diagnosi Parkinson: un aiuto dagli smartwatch
Gli smartwatch potrebbero rivelarsi utili per la diagnosi precoce del Parkinson, una malattia neurodegenerativa progressiva che coinvolge alcune funzioni motorie e l’equilibrio, la cui prevalenza a livello mondiale è raddoppiata negli ultimi 25 anni. A dirlo è uno studio dell’Università di Cardiff (Regno Unito) pubblicato su Nature Medicine, secondo cui questi dispositivi intelligenti, contenenti accelerometri, sarebbero in grado di catturare le possibili avvisaglie della patologia fino a sette anni prima dell’arrivo dei sintomi, tra cui la lentezza nei movimenti automatici e l’instabilità posturale.
Dal momento che nel Regno Unito il 30% della popolazione indossa regolarmente uno smartwatch, Cynthia Sandor, ricercatrice del Dementia Research Institute dell’Università di Cardiff e prima autrice dello studio, ha pensato di utilizzare i dati raccolti dai dispositivi come strumento di screening precoce della malattia.
Lo studio
Lo studio è stato condotto tra il 2013 e il 2016. I ricercatori hanno monitorato in modo continuativo la velocità di movimento di oltre 103.000 persone, di età compresa fra i 40 e i 49 anni, che hanno indossato uno smartwatch certificato come dispositivo medico per sette giorni. Utilizzando i dati dello UK Biobank, ovvero un ampio database per la ricerca medica, hanno quindi confrontato, con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, i dati sul movimento di persone con Parkinson già diagnosticato con quelli dei volontari che hanno ricevuto una diagnosi fino a sette anni dopo il monitoraggio con lo smartwatch.
Partendo dalla sola analisi del movimento, il software è riuscito capire quali utenti avevano forme iniziali di Parkinson e quali no. Inoltre, è stato in grado di distinguere, nella popolazione analizzata, chi avrebbe sviluppato la malattia e quando, fino a sette anni di distanza. I ricercatori hanno poi sottolineato che i risultati sono anche parsi distinguibili dalle incertezze nel movimento dovute ad altre condizioni, come diverse malattie neurodegenerative, l’osteoartrite o semplicemente la vecchiaia e la fragilità.
Ci vorrà del tempo prima che quanto scoperto possa essere utilizzato in ambito clinico, ma i ricercatori sperano di usare queste informazioni per mettere a punto uno strumento di screening per ampie fasce di popolazione, al fine di fornire ai pazienti interessati terapie precoci che rallentino la progressione della malattia. La diagnosi di Parkinson, infatti, generalmente, arriva quando la condizione è ormai in fase avanzata e le cellule cerebrali irreversibilmente danneggiate, ovvero quando oltre il 60% dei neuroni che producono dopamina sono morti e le terapie sono solo sintomatiche, quindi agiscono sui sintomi per dare sollievo ai pazienti.
Gli smartwatch potrebbero essere utilizzati anche per monitorare il decorso dei sintomi nei pazienti che hanno già ricevuto la diagnosi, e ampliare il numero di persone coinvolte nella ricerca scientifica su questa patologia.
Come riferisce Cynthia Sandor, “in un contesto clinico, il monitoraggio continuo o semi-continuo delle persone non può essere ottenuto a causa di tempi, costi, accessibilità e sensibilità”. “I dispositivi intelligenti in grado di raccogliere i dati attraverso un accelerometro, però, sono indossati quotidianamente da milioni di persone. Sebbene sia necessario fare molto più lavoro prima che questo sistema sia ammesso nella pratica clinica, la nostra scoperta segna un significativo balzo in avanti nella diagnosi precoce della malattia di Parkinson e suggerisce che dispositivi come gli smartwatch potrebbero svolgere un ruolo chiave nel monitoraggio clinico”, ha concluso.
[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/orologio-intelligente-guarda-mobile-916404/]
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