La scienza, compie continuamente passi da gigante, soprattutto nel campo medico e delle biotecnologie. Di recente sono stati pubblicati sulla rivista Embo Molecular Medicine i risultati di una nuova scoperta, fatta da un gruppo di ricerca che lavora presso il Riken Center for Brain Science, un importantissimo centro di ricerca giapponese.
La continua evoluzione della ricerca scientifica: anticipare la schizofrenia
Il lavoro condotto dall’equipe di ricercatori ha permesso di scoprire che all’interno della struttura dei capelli è presente una molecola di fondamentale importanza per il riconoscimento della schizofrenia. Si tratta di una vera e propria molecola spia, che permette di diagnosticare la possibilità di schizofrenia prima che inizino ad apparire i principali sintomi, tra cui le allucinazioni.
La scoperta dell’equipe ha evidenziato che un’elevata presenza dell’enzima MPST all’interno della struttura dei capelli sia da collegare a un’alterazione di tipo biochimico del cervello. Al momento si tratta solo di un primo risultato, che permette di ipotizzare che l’alterazione dell’enzima MPST si verifichi in risposta a uno stress di tipo infiammatorio. Naturalmente, sarà necessario procedere con ulteriori valutazioni, misure e sperimentazioni prima di poter trovare le migliori applicazioni che permetteranno di creare farmaci in grado di riequilibrare i livelli dell’enzima incriminato.
Lo studio del marcatore della malattia
Per comprendere come sia stato possibile scoprire la presenza dell’MPST all’interno dei capelli, è necessario spiegare quale sia stata l’evoluzione della ricerca.
I primi dati sono stati raccolti in laboratorio, tramite uno studio specifico effettuato sui topi. La ricerca voleva infatti cercare di comprendere il motivo per cui i malati di schizofrenia avevano una reattività eccessiva ai rumori. La risposta è stata ottenuta tramite l’indagine sui topi che rivelavano una produzione elevata dell’enzima MPST all’interno del cervello. Questo enzima ha come scopo la produzione di idrogeno solforato, una molecola antiossidante che, tuttavia, in quantità eccessive risulta dannosa.
Dopo i primi studi sulle cavie da laboratorio, il passaggio successivo dei ricercatori è stato quello di effettuare delle analisi post-mortem sul cervello di persone malate per un confronto con i risultati derivanti dallo stesso tipo di analisi condotte sul cervello di persone sane. I risultati hanno poi evidenziato che un’elevata alterazione dell’enzima MPST si trova non solo all’interno delle cellule cerebrali, ma anche nei follicoli piliferi e quindi all’interno della struttura dei capelli. Questo aspetto rende molto più semplice la valutazione dell’enzima e la possibilità di diagnosticare problematiche di tipo schizofrenico.