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Vaccino antinfluenzale e i falsi miti che lo circondano

Come ogni anno tra autunno e inverno arriva l’influenza, una malattia dalla quale non si può scappare e che in alcuni casi può essere contrastata con il vaccino.

Come ogni anno tra autunno e inverno arriva l’influenza, una malattia dalla quale non si può scappare.
La soluzione più semplice è quella di evitare il contatto diretto con il virus, ma anche quella di prendere le precauzioni giuste come ad esempio sottoporsi al vaccino antinfluenzale.

Questa soluzione è priva di rischi e nello stesso tempo economica, e grazie alla vaccinazione, le probabilità di contrarre l’influenza si riducono in modo drastico.

Questa misura precauzionale è particolarmente consigliata per la categoria delle “persone a rischio”, come ad esempio gli over 65 anni, i pazienti affetti da malattie croniche, i bambini e le donne incinte. Tutte categorie dove il virus influenzale potrebbe comportare delle complicazioni maggiori e per le quali la vaccinazione è gratuita. Le persone che non rientrano in tali categorie possono comunque vaccinarsi ad un costo contenuto che varia dai 10 ai 20 euro.

Il consiglio è quello di effettuare la vaccinazione subito, al massimo entro dicembre, proprio per evitare quello che viene comunemente chiamato il periodo del “picco epidemico”.

Falsi miti sul vaccino antinfluenzale

In alcuni casi però, le persone non si vaccinano per dei falsi miti che circondano il vaccino antinfluenzale. La prima considerazione da fare è che l’influenza “non” è una malattia di poco conto, e deriva da un agente patogeno preciso le cui caratteristiche si avvertono sia a livello respiratorio che a livello muscolare e osseo con la presenza di vari dolori.

Il vaccino antinfluenzale “non” è inutile, così come la sua ripetizione ogni anno, in quanto viene preparato in base a precise indicazioni dell’Oms che ogni anno individua i ceppi di virus più pericolosi e con maggiori probabilità di contagio. In alcuni casi può non essere sufficiente visto che il virus dell’influenza è molto variabile e può quindi succedere che alcune persone vaccinate si ammalino, anche perché per avere l’effetto desiderato sono necessarie circa due settimane perché il vaccino agisca in modo completo sviluppando gli anticorpi.

Altri “miti” da sfatare

Un altro mito che si deve combattere è quello che “il vaccino provoca l’influenza”. È certamente vero che nel vaccino sono contenuti gli stessi virus che si vogliono combattere, ma i rischi di ammalarsi non esistono in quanto i virus che vengono utilizzati per effettuare le vaccinazioni sono preventivamente “inattivati”, e quindi non possono provocare delle infezioni.

Una possibile preoccupazione è data dal fatto che la puntura possa provocare alcuni piccoli effetti collaterali come ad esempio un arrossamento o un indolenzimento del punto in cui è stata effettuata. Questi sintomi sono maggiormente frequenti nei bambini, ma nella stragrande maggioranza dei casi hanno una modesta intensità.

La vaccinazione contro l’influenza inoltre “non” è rischiosa per le donne incinte ma al contrario difende da un aumento dei rischi che l’influenza potrebbe portare alla salute sia della mamma che del bambino.

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