Una delle emergenze sanitarie più estreme causate dalla rapida diffusione del Coronavirus è la necessità di disporre di un numero di posti letto in terapia intensiva nettamente più alto rispetto al normale. A fronte di questa emergenza, Guido Bertolaso seguirà da vicino la costruzione di un nuovo ospedale che dovrà essere realizzato in tempi brevissimi, sfruttando le strutture attualmente inutilizzate della Fiera di Milano.
All’interno di questa struttura sarà realizzato in particolare il reparto di terapia intensiva. Un ruolo chiave in questi reparti, come in quello di tutti gli ospedali, viene svolto dal ventilatore polmonare.
Ogni ventilatore presenta delle caratteristiche specifiche: una parte è rivolta ai pazienti con funzionalità respiratoria limitata, un’altra parte invece è destinata alle persone che versano in condizioni respiratorie più gravi.
Come funziona il ventilatore polmonare
Per un corretto funzionamento, il ventilatore polmonare deve rispettare alcuni specifici parametri. Tra questi i più importanti sono il volume, il flusso e la pressione. Il volume è espresso in litri e si riferisce al quantitativo di aria che esce ed entra dai polmoni. Il flusso, che si esprime in litri per secondo ed equivale alla velocità con cui l’aria esce ed entra dai polmoni. La pressione invece è indicata con la formula cmH2O e rappresenta la forza motrice del movimento dell’aria.
Il compito del ventilatore polmonare è di introdurre nei polmoni una miscela di gas, facendo poi in modo che essa venga espirata. Di fatto, il ventilatore polmonare si sostituisce alla respirazione polmonare, attraverso cui le persone immettono all’interno dei loro polmoni ossigeno per poi espirare anidride carbonica.
Tornando al funzionamento del ventilatore polmonare, è opportuno precisare che tra le due fasi di immissione della miscela del gas ed espirazione esiste un passaggio intermedio: l’arresto dell’insufflazione, il termine medico con cui si indica l’immissione nel corpo umano di un gas. L’operazione del ventilatore può durare anche per più ore consecutive, a totale discrezione del medico.
Le diverse tipologie di ventilatore polmonare
A seconda dell’utilizzo a cui sono destinati, esistono diverse tipologie di ventilatori polmonari, i quali si compongono di tre unità: alimentazione, unità elettronica e unità pneumatica. Nella maggior parte dei casi, i ventilatori polmonari sono utilizzati in terapia intensiva, sia per gli adulti che per i neonati. È il caso, ad esempio, dei pazienti ricoverati per aver contratto il virus Covid-19 e che presentano un quadro clinico con evidenti limitazioni delle funzionalità respiratorie.
Ci sono poi i ventilatori polmonari che si usano per anestesia. Altri ancora, invece, si impiegano durante le fasi di trasporto in ambulanza o in elisoccorso. Esiste anche un’altra tipologia di ventilatori polmonari di cui i medici si servono in occasione della cosiddetta fisioterapia respiratoria.