Dopo aver studiato i dati globali della nuova pandemia dovuta al coronavirus (COVID-19), i ricercatori hanno scoperto una forte correlazione tra una grave carenza di vitamina D e il tasso di mortalità
Un team di ricerca della Northwestern University ha notato che i pazienti provenienti da paesi con alti tassi di mortalità per COVID-19 come Italia, Spagna e Regno Unito, avevano livelli più bassi di vitamina D rispetto ai pazienti in paesi che non erano così gravemente colpiti.
Il Dr. Vadim Backman e il suo team hanno iniziato ad esaminare i livelli di vitamina D dopo aver notato differenze inspiegabili nei tassi di mortalità COVID-19 da paese a paese.
Alcuni studiosi hanno ipotizzato che le differenze possano essere imputabili a fattori come la qualità dell’assistenza sanitaria, l’età media della popolazione, la quantità di tamponi effettuati o anche diversi ceppi del coronavirus. Tuttavia il Dr. Backman è rimasto scettico, affermando che nessuno di questi fattori sembra svolgere un ruolo significativo.
Il ricercatore ha infatti dichiarato: “Il sistema sanitario nel nord Italia è uno dei migliori al mondo. Le differenze di mortalità tra i vari paesi esistono anche se si analizza la stessa fascia d’età. Infine, le disparità di mortalità esistono anche fra paesi o popolazioni per le quali si applicano simili livelli di test”.
Ciò che ha notato nel suo studio, invece, è una correlazione significativa con la carenza di vitamina D.
Analizzando i dati dei pazienti disponibili pubblicamente da tutto il mondo, Backman e il suo team hanno scoperto prima una forte correlazione tra livelli di vitamina D e la “Sindrome da rilascio di citochine”, una condizione infiammatoria causata da un sistema immunitario iperattivo, e subito dopo una correlazione tra carenza di vitamina D e mortalità.
La sindrome da rilascio di citochine può infatti danneggiare gravemente i polmoni e portare a crisi respiratorie acute, aprendo di fatto la strada ai sintomi più gravi e letali del COVID-19.
Ecco perchè Backman ritiene che la vitamina D giochi un ruolo importante. La vitamina D non solo rafforza il nostro sistema immunitario, ma gli impedisce anche di diventare pericolosamente iperattivo. In definitiva, ciò significa che un corretto livello di vitamina D potrebbe proteggere i malati COVID-19 dalle complicanze più gravi, compresa la morte.
I ricercatori, tuttavia, mettono in guardia dall’assunzione di dosi eccessive di vitamina D, che potrebbe avere pesanti effetti collaterali. In attesa che questi risultati preliminari portino ad un nuovo approccio per la cura del coronavirus, quindi, è bene mantenere uno stile di vita attivo e all’aria aperta che può favorire naturalmente la produzione di vitamina D, ma evitando sempre le pericolose cure fai-da-te.