L’inizio della stagione 2020 del MotoGP è stato annullato per il problema connesso al “coronavirus”, ma c’è attesa anche per il destino di Andrea Iannone, che è ancora sospeso per doping dopo la decisione dello scorso 17 dicembre. Nel suo entourage filtra però ottimismo per una assoluzione dopo che la sua difesa ha depositato presso la Corte Disciplinare Internazionale le prove in sua discolpa. Il collegio di difesa del pilota punta ad una assoluzione in tempi rapidi.
Le prove a discolpa di Andrea Iannone
Dopo l’avviso di sospensione, la difesa ha presentato lo scorso 28 febbraio una serie di fascicoli presso la Corte Disciplinare Internazionale che ora è chiamata a decidere. Gli atti depositati vogliono dimostrare che è stata la contaminazione alimentare a far emergere i valori positivi al doping nelle urine del pilota, valori che restano comunque abbastanza bassi.
La decisione sull’innocenza di Andrea Iannone sarà presa dai tre giudici che compongono la corte, tra cui un connazionale del pm Jan Stoviceck, anche se Antonio De Rensis, avvocato difensore del pilota italiano, ha già segnalato il conflitto di interessi.
Nello stesso tempo, in una intervista rilasciata ad un importante quotidiano sportivo italiano, De Rensis ha sottolineato che sia il pilota che il collegio di difesa sono certi dell’assoluta onestà ed imparzialità dei giudici che compongono la corte ed ha aggiunto che alle “supposizioni” presentate dall’accusa, la difesa di Iannone risponderà con argomentazioni espresse da luminari del settore come il dottor Alberto Salomone.
Le prove che smontano la teoria dell’accusa
La difesa del pilota italiano ha presentato alla corte anche i risultati negativi relativi all’analisi del capello, con i quali il pilota risulta “pulito” dallo scorso mese di settembre.
L’accusa ha presentato come prove a sostegno le foto del profilo Instagram di Andrea Iannone e le ha confrontate con quelle di altri piloti, come i fratelli Espargarò, del campione del mondo Marquez e del pilota Yamaha Maverick Vinales, sostenendo che le loro muscolature dipendono dai più moderni metodi di allenamento.
Ora l’attesa è per la sentenza che sarà pronunciata dalla CDI della Federazione Internazionale, contro la quale il pilota potrà comunque ricorrere in appello presso il Tas (Tribunale d’Arbitrato dello Sport) , anche se questo comporterà un allungamento dei tempi per la decisione finale.