Il Tribunale Arbitrale dello Sport ha respinto il ricorso di Andrea Iannone contro la sospensione inflittagli dalla Corte disciplinare della Fim lo scorso 17 dicembre.
L’attesa sentenza del Tas di Losanna sul caso Andrea Iannone è arrivata. Il pilota abruzzese è stato squalificato per 4 anni per doping e non potrà tornare in pista prima del dicembre 2023. La squalifica decorre infatti dal 17 dicembre 2019. E’ stata dunque accolta la richiesta dell’Agenzia mondiale antidoping di inasprire la pena che in primo grado era stata di 18 mesi. Iannone era infatti stato sospeso fino al 16 giugno 2021.
Oltre all’espulsione, il Tas ha stabilito che tutti i risultati conseguiti dal pilota dell’Aprilia dal 1° novembre 2019 in poi devono essere invalidati. Iannone perderà dunque premi, punti e medaglie.
Le tappe della vicenda
Risultato positivo al Drostanolone a seguito di un controllo antidoping su un campione di urine prelevato durante il GP di Sepang del 3 novembre 2019, Iannone era stato condannato a 18 mesi di stop dalla Corte Disciplinare Internazionale della Fim.
Dopo la condanna il pilota italiano ha presentato appello al Tas, il Tribunale Arbitrale dello Sport.
La difesa dell’abruzzese ha sempre portato avanti la tesi della contaminazione alimentare – riconosciuta anche nella sentenza di condanna della Corte disciplinare – avvenuta dopo aver mangiato carne “trattata” alla vigilia del Gran Premio della Malesia del novembre 2019.
Iannone, in virtù del codice della Wada (Agenzia mondiale antidoping) – che stabilisce che il pilota è responsabile delle sostanze trovate nel suo organismo e deve dimostrare l’accidentalità della contaminazione, oltre al fatto che non potesse sospettarla pur stando attento –, come prova a suo favore aveva fornito anche il test del capello, eseguito il 9 gennaio scorso. Un esame che fornisce una sorta di tracciato storico di una persona. Il tracciato di Iannone da settembre 2019 in poi è risultato “pulito”.
Tuttavia, la Corte del Tas, pur riconoscendo che la positività al drostanolone possa essere stata dettata dal consumo di carne contaminata, ha sentenziato che le prove fornite dal pilota di Vasto sono insufficienti.
Secondo il Tribunale Arbitrale dello Sport, la difesa di Iannone non è riuscita a stabilire né il tipo preciso di carne consumata, né la sua provenienza. Pertanto ha accolto il ricorso presentato dalla WADA che chiedeva appunto 4 anni di squalifica per il pilota.
La reazione di Iannone
Andrea Iannone ha affidato ad Instagram la sua amarezza e il suo sconcerto per la sentenza.
“Oggi ho subito la più grande ingiustizia che potessi ricevere – ha scritto il pilota – Mi hanno strappato il cuore, separandomi dal mio grande amore. Le motivazioni sono prive di senso logico e con dati di fatto sbagliati. Per questo ci sarà luogo e tempo opportuni… perché di certo non mi arrendo”.
“Sapevo di affrontare i poteri forti, ma speravo – ha proseguito – Speravo nell’onestà intellettuale e nell’affermazione della giustizia”.
“In questo momento soffro come di più non potrei. Ma chi ha cercato di distruggere la mia vita, presto capirà quanta forza ho dentro il cuore. La forza dell’innocenza e soprattutto… la coscienza pulita. Una sentenza può modificare gli eventi, ma non l’uomo”, ha concluso.
Il pilota nel 2023, quando dovrebbe tornare alle gare, avrà 34 anni e questa sentenza rischia di compromettere seriamente la sua carriera.
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