Facebook di nuovo sotto accusa. A dare la notizia e il Guardian, che rivela come la piattaforma di Zuckerberg abbia raccolto dati degli utenti in modo fraudolento. Ecco i dettagli.
Secondo quanto riportato dal Guardian, ci sarebbero nuovi guai in arrivo per Facebook per un presunto utilizzo scorretto dei dati degli utenti. Le accuse arriverebbero da una startup californiana che avrebbero evidenziato una metodologia fraudolenta per quanto riguarda la raccolta dati ai danni di utenti e dei loro amici sulla famosa piattaforma social.
Nuovo caso Cambridge Analytica
All’orizzonte si profilano nuovi guai per la piattaforma social Facebook e il suo fondatore Mark Zuckerberg. Si tratterebbe nello specifico, di un nuovo caso che sembra investire Facebook dopo quello di Cambridge Analytica.
Entrando maggiormente nel merito della questione, la startup avrebbe portato nuovi fatti all’attenzione del tribunale californiano di San Matteo che farebbero riferimento ad uno scambio di numerose mail tra manager di Facebook, compreso lo stesso Zuckerberg, dalle quali si evincerebbe che i vertici dirigenziali fossero a conoscenza delle violazioni di privacy ed avrebbero sfruttato il tutto a loro vantaggio.
Facebook sotto accusa: una causa legale ancora in corso
Secondo la ricostruzione fornita da Cnet, blog che si occupa di questioni relative al mondo del web, la violazione sarebbe stata basata su alcune informazioni tra cui il tracciamento della posizione geografica degli utenti nel corso della propria attività e di momenti di svago, la lettura dei messaggi privati, l’accesso e la registrazione attraverso microfono del telefonino delle telefonate effettuate.
Sempre secondo la ricostruzione, i fatti risalirebbero al 2015 periodo nel quale l’ex startup SixThree, decise di investire la considerevole cifra di 213 mila euro per la realizzazione di un’applicazione capace di rintracciare i profili degli amici di determinati utenti, nei quali fossero presenti fotografie in bikini oppure in costume da bagno. In quel periodo era in atto il caso Cambridge Analytica che avrebbe permesso la violazione di 87 milioni di profili di utenti presenti sul social network ad appannaggio della campagna politica dell’attuale presidente americano Donald Trump.
Facebook si vide quindi costretta a cambiare la propria normativa sulla privacy il che in effetti andò a danneggiare l’investimento della startup americana la quale ovviamente mise in atto una causa legale che ancora oggi è in pieno svolgimento.
In pratica secondo la startup, Zuckerberg e Facebook erano a conoscenza della violazione della privacy ma non fecero altro che sfruttare a loro favore questo genere di situazione.
Facebook convocata in Tribunale, anche in Italia
Altroconsumo, organizzazione per la tutela e difesa dei consumatori, ha lanciato una Class Action per difendere tutti gli utenti iscritti al social network, perché venga riconosciuto il valore dei loro dati.
Sono già state raccolte oltre 128 mila iscrizioni ma c’è ancora possibilità di partecipare e ricevere oltre 285 euro per ogni anno di iscrizione a Facebook.
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