Sviluppato un nuovo tipo di vetro ecologico che promette di dimezzare l’impronta di carbonio della produzione del vetro tradizionale ed è in grado di resistere alle crepe 10 volte di più rispetto al vetro standard. Il progetto è della Penn State University, l’Università statale della Pennsylvania.
LionGlass: di cosa si tratta?
Si chiama LionGlass il nuovo tipo di vetro ideato da un team di ricerca della Penn State University. Questo vetro permetterebbe di dimezzare l’impronta di carbonio di un comune vetro al silicato di calce soda, realizzato fondendo tre materie prime: sabbia di quarzo, carbonato di sodio e calcare. LionGlass promette inoltre una resistenza alle crepe almeno 10 volte superiore a quella del vetro “normale”. Al fine di ridurre il suo impatto ambientale, i ricercatori hanno eliminato alcuni componenti solitamente utilizzati nella filiera del vetro tradizionale, come la soda e il calcare, che durante il processo di fusione rilasciano anidride carbonica nell’atmosfera. Gli studiosi sono riusciti anche a lavorare il materiale a temperature più basse (passando da oltre 400° a poco meno di 300°), riducendo così il consumo energetico di quasi il 30% rispetto al procedimento tradizionale.
Vetro ecologico: più resistente e sostenibile
Come detto, LionGlass è in grado di resistere alle crepe 10 volte di più rispetto al vetro normale. Mentre il vetro standard inizia a formare crepe se sottoposto a un carico di 0,1 chilogrammi da parte di una punta diamantata, LionGlass è immune al cosiddetto ‘cracking’. È quanto emerso durante i test effettuati con un apposito macchinario. Il vetro, infatti, non si è rotto nemmeno applicando una forza pari a un kg su un penetratore diamantato.
“Abbiamo continuato ad aumentare il peso su LionGlass fino a raggiungere il carico massimo consentito dall’attrezzatura e non si è spezzato”, ha spiegato Nick Clark, un borsista post-dottorato che ha partecipato alla ricerca.
Per questa sua caratteristica LionGlass appare il candidato ideale per applicazioni in settori come l’industria automobilistica, l’elettronica, l’architettura, le comunicazioni e la sanità, come ha spiegato il capo progetto John Mauro. Quest’ultimo ha aggiunto che l’obiettivo primario della ricerca è di rendere la produzione globale del vetro sostenibile nel lungo termine.
“Dovremmo essere in grado di ridurre lo spessore e ottenere comunque lo stesso livello di resistenza ai danni”, ha dichiarato John Mauro. “E la prospettiva di rendere più leggeri i prodotti sarà enorme per l’ambiente: meno energia per produrre e meno materie prime utilizzate”, ha aggiunto.
Gli scienziati stanno continuando a lavorare per sfruttare le caratteristiche di robustezza del nuovo vetro e renderlo ancora più sottile. Lo scopo è di ottenere un prodotto più leggero, in modo tale da ridurre non solo l’uso delle materie prime e dell’energia necessaria per la realizzazione, ma anche e soprattutto di quella richiesta per il trasporto. Ricordiamo infatti che l’industria del vetro contribuisce a livello globale al rilascio di circa 86 milioni di tonnellate di anidride carbonica nell’aria ogni anno. Per questo, al fine di poter avviare al più presto la produzione e la commercializzazione su vasta scala di questo prodotto così sostenibile, la Penn University ha già presentato una domanda di brevetto all’ufficio preposto negli Stati Uniti.
[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/vetro-finestra-umidit%C3%A0-struttura-1868045/]
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